CrowdFundMe, l’equity crowdfunding in scena a ITForum

Intervista a Tommaso Baldissera Pacchetti, founder di CrowdFundMe.

Perché avete scelto di partecipare a ITForum?

Perché è una delle principali piazze che ci possono mettere in contatto con il settore finanziario. Siamo molto forti nel farci conoscere da investitori retail, startup e PMI.  E ora vogliamo posizionarci come interlocutori per chi la finanza la vive ogni giorno come la propria professione. Vogliamo proporre una nuova asset class a chi quotidianamente naviga nel mondo della finanza. Un investimento in startup e PMI tramite equity crowdfunding è un prodotto finanziario innovativo e molto valido per la diversificazione del proprio portafoglio. Investire nelle società non quotate selezionate da CrowdFundMe per la loro capacità di innovare dà, oltre alla possibilità di diventare soci di aziende con un altissimo tasso di crescita, la possibilità di usufruire incentivi fiscali del 30% sul proprio investimento. L’investimento in equity crowdfunding inoltre è coinvolgente, perché chi investe entra in contatto direttamente con il team e, una volta terminata la campagna, mantiene il contatto con loro per seguire l’andamento dell’azienda. Gli imprenditori più innovatori poi sono sanno coinvolgere i soci nel processo decisionale, attingendo alle loro competenze e al loro network.

Il crowdfunding è un settore che sta vivendo un periodo di grande crescita, possiamo parlare di vero e proprio boom?

Preferiremmo parlare di una crescita di consapevolezza dell’equity crowdfunding come valida asset class per diversificare il proprio portafoglio, per quanto riguarda gli investitori, e di come l’equity crowdfunding sia un efficace (e conveniente) strumento per raccogliere capitali ed ottenere visibilità mediatica per le società… perché la parola boom non ci piace! Prima di tutto perché siamo ancora una goccia rispetto all’oceano del settore finanziario e poi perché fa pensare ad una moda, ma l’equity crowdfunding è una moda solo per chi si avvicina ad esso in maniera superficiale. Per le aziende, l’equity crowdfunding si rivela uno strumento utile in molti modi diversi – ha benefici che prima non esistevano sul mercato e quindi ci fanno pensare che non sia solo un boom ma sia un vero e proprio nuovo mercato destinato a crescere ed aiutare sempre più imprenditori:
– Aprendo il proprio capitale a decine (con CrowdFundMe parliamo di centinaia) di persone e aziende entusiaste verso il suo progetto, l’imprenditore potrà contare su sempre nuovi e validi spunti per sviluppare la propria idea. Si tratta di una vera e propria “prova generale” per la quotazione in borsa! Ovvio che invece se l’imprenditore cerca solo denaro e “soci che non rompano”, la sua campagna di equity crowdfunding non porterà da nessuna parte
– Alcune aziende, in vista di un round di finanziamento con VC o altri investitori istituzionali utilizzano CrowdFundMe come uno strumento per fissare in visura camerale la propria valutazione, per avere più forza negoziale: se la campagna di raccolta ha successo, si tratta di una prima validazione da parte del mercato
– Altre aziende utilizzando CrowdFundMe, oggi il portale più visibile sui media – non a caso siamo il portale con più investitori in Italia, oltre che il maggior numero di campagne chiuse con successo – come strumento di marketing, per lanciare il proprio progetto

Dal punto di vista degli investitori, in Italia soffriamo la scarsissima educazione finanziaria. È indubbio che l’equity crowdfunding piaccia anche a chi non ha mai investito prima (lo dicono i nostri questionari di appropriatezza), perché è un processo molto più coinvolgente rispetto ad altre forme di investimento: si conosce il team, il progetto imprenditoriale…ma l’investitore oculato investe in equity crowdfunding una piccola parte del suo patrimonio per diversificare i propri investimenti, potendo contare su una asset class molto rischiosa, ma che offre un potenziale di rendimento proporzionale a tale rischio. È un investimento da fare con attenzione, ma che può dare grandi soddisfazioni.

Parlare di “boom” distrae gli investitori da questo concetto fondamentale

Questo trend molto positivo è legato anche alla trasformazione della tipologia di investitore rispetto al passato?

Sicuramente ci sono sempre più persone avvezze al digitale. Questo non è un bene solo per noi ma per tutto il nostro sistema economico, decisamente obsoleto rispetto ad altri Paesi. Vediamo poi che le aziende (PMI e corporate) stanno iniziando ad investire, e questo è un segno bellissimo: l’equity crowdfunding sta diventando abilitatore di quella dinamica di open innovation di cui parlano in tanti, ma nessuno fa. Per Open Innovation si intende “quel paradigma che afferma che le imprese possono e debbono fare ricorso ad idee esterne, così come a quelle interne, ed accedere con percorsi interni ed esterni ai mercati se vogliono progredire nelle loro competenze tecnologiche” (H. Chesbrough).
Grazie alle nostre campagne di equity crowdfunding sta succedendo proprio questo: il 25% di Glass to Power è detenuto dal gruppo Federico De Nora SpA, colosso multinazionale dell’elettrochimica, che ha investito più di €600mila nell’ultima campagna; Bruno Farmaceutici SpA, giovane ed innovativa società farmaceutica, ha investito, sempre sul nostro portale, su In Silico Trials, la piattaforma web che permette di simulare parte dei test clinici, rendendo molto più rapido il processo di ricerca e sviluppo farmaceutico (oggi, con le tecniche tradizionali, servono 12 anni e 2 miliardi di dollari per sviluppare un nuovo farmaco. In Silico Trials ha l’obiettivo di dimezzare questo tempo!) Aumentare il numero di questo tipo di investimenti è uno dei nostri obiettivi, anche perché rendono ancora più interessante l’investimento per i nostri utenti retail!

Quali progetti ci sono nel futuro di CrowdFundMe?

CrowdFundMe ha come obiettivo principale quello di fare conoscere il mercato dell’equity crowdfunding a sempre più investitori. Nei prossimi 3 anni abbiamo in programma alcune iniziative per mantenere, anzi, rafforzare il nostro ruolo di protagonisti di questo settore in Italia. Siamo già la piattaforma con il più alto numero di investitori (41% del mercato su 27 piattaforme autorizzate Consob), ora dobbiamo diventare la piattaforma di riferimento in assoluto. Una delle critiche più diffuse di questa asset class è l’illiquidibilità delle quote. Per questo motivo assieme a Directa Sim ed agli organi di vigilanza stiamo studiando una soluzione per andare a facilitare la liquidazione delle stesse senza dover aspettare eventuali exit: un mercato secondario per quote di SRL. È un progetto ancora agli albori ma sul quale puntiamo molto per lo sviluppo della piattaforma e per il mercato dell’equity crowdfunding in generale.