Il Ftse100 paga il risveglio del pound

Si sono fatti passi avanti nei negoziati per la Brexit con uno sforzo significativo dall’Unione Europea ma principalmente dal Regno Unito. Tuttavia, il nuovo accordo di transizione non rimuove le incertezze, prima tra tutte la questione del confine irlandese. A pagare pegno è anche l’indice Ftse 100: da inizio anno ha perso circa l’8%, contro circa il 4,6% dello Stoxx 600.

La ragione del ritardo della borsa inglese va ricercata non solo nell’andamento poco performante del settore energetico e dei beni di prima necessità (fondamentali per il peso che hanno nell’indice) ma soprattutto nell’apprezzamento della sterlina. Una crescita che ha eroso i profitti internazionali delle società quotate a Londra. Va ricordato, infatti, che il 75% circa degli utili delle aziende del paniere Ftse 100 viene dall’estero.

Sebbene la sterlina e l’economia in generale non sembrano per il momento risentire delle prospettive di distacco dall’Unione europea, non è possibile affermare lo stesso per la borsa inglese.

Graficamente la borsa di Londra evidenzia una struttura in via di deterioramento. L’indice Ftse 100 è infatti sceso recentemente al di sotto di riferimenti tecnici di rilievo: in primis i minimi dello scorso settembre a 7196 punti circa e più recentemente la linea rialzista che sosteneva il rialzo dai minimi del febbraio 2016, passante a 7120 punti circa.

Resta pertanto elevato il rischio che il Ftse 100 vada incontro ad una correzione estesa del rialzo degli ultimi 2 anni: conferme in tal senso giungerebbero sotto i minimi delle ultime due settimane in area 6850/6900 dove si colloca il 38,2% di ritracciamento della fase ascendente realizzatasi dal febbraio 2016. Sotto questi livelli si aprirebbero spazi di discesa verso il livello successivo di ritracciamento nella scala di Fibonacci, il 50%, a 6650 circa, coincidente con i minimi di settembre 2016. Per tornare ad inviare segnali di rafforzamento l’indice inglese dovrebbe risalire oltre area 7435, tentando di risalire la china verso i record di inizio anno a quota 7690.

Nel paniere principale Ftse100 si riescono comunque a individuare interessanti opportunità tra le società a crescita costante:

 

EXPERIAN Plc

La struttura grafica evidenzia nel medio periodo la fase positiva di di Experian. Tuttavia, se analizzato nel breve termine, il titolo evidenzia un andamento meno intenso della tendenza rialzista al test del top di maggio 2017 a 1.708 pence. La lateralità che si è sviluppata da quei livelli record non ha mai intaccato supporti di rilievo: fintanto che area 1.500 resterà intatta sarà infatti lecito continuare a credere nello sviluppo al rialzo verso target a 1.800 pence. Sotto 1.500 resterebbe solo 1.430 a difendere i progressi degli ultimi tre anni.

SAGE Group Plc

Situazione più complessa quella di SAGE Group, società di software inglese, protagonista di un rally da capogiro a partire dai bottom del 2008 che ha portato il valore di mercato da un minimo di circa 150 pence a un massimo di 825 alla fine di gennaio. Da quel momento tuttavia i prezzi hanno lasciato sul campo oltre il 20% travolgendo i primi supporti a 740 pence. Le implicazioni tecniche propendono per un sviluppo in senso ribassista in tempi brevi verso i supporti critici in area 580/600, dove transita la media mobile a 200 settimane. Potrebbe essere quello un punto interessante per intervenire in acquisto cavalcando l’uptrend di lungo termine. I più prudenti potrebbero invece attendere il ritorno in pianta stabile sopra quota 700 prima di valutarne l’inserimento in portafoglio.

A cura di Claudia Cervi, Analista finanziario www.Ftaonline.com