Il termometro del carbone

Scienziati e investitori sono sempre più concordi nel dire che il cambiamento climatico è una delle più grandi sfide economiche del nostro secolo. Secondo uno studio di Mercer Global Investor, il 68% degli asset manager lo considera un rischio e un’opportunità per il portafoglio e prevede che avrà un impatto sui rendimenti di tutte le attività finanziarie nei prossimi 35 anni.

I rischi vanno da quelli ambientali del surriscaldamento del globo alla necessità di muovere verso un sistema produttivo a basse emissioni di anidride carbonica. I grandi del mondo si sono impegnati con COP21 (la conferenza sul clima di Parigi del 2015) a mantenere l’incremento delle temperature sotto i due gradi e sono crescenti le pressioni regolamentari per la transizione energetica.

I rischi climatici avranno un impatto su tutte le asset class nei prossimi 35 anni

Source: Mercer Climate Change Study, 2013 and 2015

Le dimensioni del rischio
L’industria finanziaria non è rimasta alla finestra; al contrario ha intrapreso azioni concrete come il disinvestimento da fonti fossili (divesting), l’introduzione di mandati low carbon da parte dei fondi pensione, l’impegno di grandi asset manager (engagement) per una maggiore trasparenza da parte delle aziende sui rischi climatici e le raccomandazioni della Task force on Climate-related financial disclosure (TCFD) voluta dal Financial stability board.

Per gli investitori, sono tre le dimensioni del rischio: le emissioni di CO2 dei prodotti e servizi, le riserve di fonti fossili, che rischiano di rimanere inutilizzate senza esprimere a pieno il loro valore economico, e la capacità di gestire la transizione verso energie pulite (quest’ultima rappresenta anche un’opportunità).

Il Portfolio carbon risk score
Per aiutare gli investitori a misurare l’esposizione del portafoglio dei fondi ai rischi derivanti dalle emissioni inquinanti, Morningstar ha introdotto il Portfolio carbon risk score, che è una media ponderata per gli asset dei rating di carbon risk dei titoli sottostanti. Per ricevere questo punteggio, un prodotto deve avere almeno il 67% degli asset coperti dall’analisi di Sustainalytics. Inizialmente, sarà assegnato a circa 30 mila fondi a livello globale e andrà da “basso” (minor rischio) ad “alto” (il punteggio è compreso tra zero e 100). E’ possibile confrontare un comparto con gli altri appartenenti alla stessa categoria o con l’intero universo.

Low carbon designation
I migliori fondi riceveranno il Low carbon designation che indica una bassa esposizione verso le emissioni di anidride carbonica e/o un concreto impegno nel ridurle. Per ottenere questo riconoscimento, uno strumento deve avere un carbon risk score inferiore a 10 e meno del 7% del portafoglio in fonti fossili (per entrambi i parametri si considera il valore medio degli ultimi dodici mesi).

Come viene assegnato il Low carbon designation

70 carbon metrics per il portafoglio
Portfolio carbon risk score e Low carbon designation fanno parte di un più ampio set di 70 indicatori messo a punto da Morningstar, che include tra gli altri Carbon Intensity (misura delle emissioni totali), Fossil Fuel Involvement (la percentuale di portafoglio in fonti fossili), Stranded Assets Risk (riserve di petrolio e gas che diventeranno inutilizzabili in un’economia low carbon)e Green Solutions (esposizione a energie pulite o trasporti ecologici). Queste metriche permettono di conoscere in dettaglio l’esposizione di un portafoglio alle fonti fossili, attraverso i dati dei titoli che lo compongono, e di comprendere come l’azienda sta gestendo tali rischi. Gli indicatori sono calcolati quattro volte l’anno.

Le principali Morningstar Carbon Metrics

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A cura di Sara Silano, Managing  Research Editor, Morningstar Italy

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