Axa Im riorganizza: il commento degli analisti di Morningstar

Gli analisti di Morningstar hanno confermato il rating Neutrale per Axa Investment Managers (IM), dopo l’annuncio da parte della società di una forte riorganizzazione, che porterà anche al taglio di posti di lavoro (nota di Mathieu Caquineau del 19 luglio 2018).

Giri di poltrone
All’interno dell’area investimenti, Mark Beveridge, ha lasciato il ruolo di responsabile di Axa Framlington, la piattaforma azionaria del gruppo (rimarrà nella società con il ruolo di gestore). Ricopriva la posizione dal 2009 ed è stato sostituito da Matthew Lovatt, già business developer, che è in Axa IM dal 2004. E’ uscito definitivamente, invece, John Porter, capo del reddito fisso e dei prodotti strutturati dal 2013. Al suo posto è arrivato Hans Stoter da NN IP, dove è stato responsabile degli investimenti dal 2013 al 2017.

Taglio dei costi e nuovi prodotti
Axa IM ha anche annunciato risparmi di costi per 100 milioni di euro da qui al 2020, inclusi tagli al personale (su base volontaria). La società intende promuovere nuovi prodotti alternativi e multi-asset, integrare ulteriormente i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nell’offerta e sviluppare maggiormente le competenze di analisi dei dati.

L’Analyst rating non cambia
“Axa IM vuole preservare il personale dell’area investimenti”, dice Caquineau. “Ma temiamo che il piano su base volontaria possa portare un certo turnover. Non possiamo quindi escludere l’uscita di gestori-chiave o analisti con conseguente impoverimento della gestione di portafoglio. Continueremo quindi a monitorare la situazione, anche se per il momento non cambiamo l’Analyst rating dei fondi che copriamo”.

Giudizio neutrale sulla società
Con riferimento al Parent Pillar (il giudizio sulla società), gli analisti di Morningstar confermano la riduzione della valutazione da Positiva a Neutrale, decisa a marzo 2018. Da un lato, Axa IM ha sviluppato forti competenze in diverse aree di attività e dispone di team esperti; dall’altro preoccupa la decisione di lanciare fondi tematici, che per loro natura investono in universi ristretti e sono difficili da usare da parte dei risparmiatori. “Temiamo anche che il desiderio di sviluppare forti capacità negli strumenti alternativi, vada a discapito degli approcci tradizionali in termini di risorse disponibili”, conclude Caquineau