Concentrati sulle Banche Centrali

In questa settimana l’attenzione si è spostata sulle mosse delle principali banche centrali, la Fed e la Bce, soprattutto per i commenti successivi dei governatori, per intercettare tra le righe, quali saranno le prossime strategie che condizioneranno i mercati.

In linea con le aspettative di mercato e degli analisti, al termine del Federal Open Market Committee la Federal Reserve Usa ha deciso di aumentare il costo del denaro di un quarto di punto, portando il tasso di riferimento sui Fed Fund a 1,75%-2,00%. Si tratta della seconda stretta da un quarto di punto nel 2018 dopo quella analoga di marzo, una decisione che è stata adottata all’unanimità. La banca centrale Usa vede altri 2 rialzi nel 2018, per un totale di 4 nell’anno, e 3 rialzi nel 2019. Definisce inoltre la crescita economica Usa solida, mentre prima l’aveva descritta come moderata e ribadisce che la politica monetaria resta accomodante. Dalla Bce, nessun cambiamento sui tassi attuali, ma le parole di Draghi sono state importanti per eliminare le speculazioni sui tempi del QE che sono stati definiti nei termini, con la riduzione di acquisti da ottobre e la fine in dicembre.

I prezzi dei titoli avevano già scontato nelle ultime settimane questi eventi ed ora si guarderà ai prossimi dati macroeconomici per individuare le prossime mosse.

Sul fronte operativo è stata una settimana piena per il Tesoro con le aste sui titoli, partendo dal Bot annuale (IT0005335879) collocato martedi per 6 miliardi a fronte di un rendimento dello 0,55%, in rialzo di 0,91 dall’asta precedente che era stata negativa. In compenso le manifestazioni d’interesse sono state elevate, quasi 12 miliardi con un coefficiente “bid to cover” di 1,95.

La parte più importante era però per le aste Btp di medio-lungo periodo dove tutti i titoli sono risaliti nei rendimenti ai livelli del 2014. La parte positiva anche in questo caso ha riguardato il coefficiente di copertura mediamente quasi doppio rispetto al collocato. Nello specifico, sono stati complessivamente collocati 5,63 miliardi a fronte di una forchetta prevista tra i 4,25 e 5,75; sul Btp a 3 anni aprile 2021 (IT0005330961) sono stati collocati 2 miliardi all’1.16%, nella precedente del mese scorso era 0.07%  e massimo dal febbraio 2014; sul 7 anni maggio 2025 (IT0005327306) assegnato per 2,13 miliardi al 2.37% rispetto all’1.34% di metà maggio e massimo da aprile 2014. Sui lunghi c’è stata una riapertura per 468 milioni sul settembre 2046 (IT0005083057) a rendimento 3,42%, mentre il trentennale marzo 2048 (IT0005273013) è stato collocato per 1,033 miliardi al 3,54%  contro il 2,88% dell’asta precedente in aprile e massimo da ottobre 2014 per la curva 30y.

Il miglioramento della volatilità sui nostri titoli ha consentito un equilibrio dello spread sulla curva decennale contro il Bund tedesco che si è assestato mediamente a quota 235.

Anche il  Portogallo è tornato sul mercato con due incrementi rispettivamente  sul PGB 2023 (PTOTEAOE0021) con un rendimento dello 0.746% e sul PGB 2028 (PTOTEVOE0018)  con un rendimento pari a 1.919%. Incremento dalla Spagna sul Bonos aprile 2028 per un miliardo con cedola dell’1,4% (ES0000012B39). Sempre in territorio iberico vi è stato un collocamento regionale dei Paesi Baschi che hanno emesso 500 milioni di euro a 10 anni (ES0000106619) con rendimento di 15 bp superiore al Bonos equivalente di scadenza. Il titolo ha il taglio minimo da 1k+1k,

Tra i governativi europei è stato un successo l’emissione della Romania in dollari che ha collocato 1.2 miliardi di euro sulla scadenza a 30 anni. Il titolo (isin XS1837994794)  paga una cedola fissa semestrale pari all’ 5.125%, con scadenza fissata al 15 giugno 2048. Il bond è stato collocato al prezzo di emissione di 98.867 per un rendimento a scadenza del 5.20%. Rating della Romania BBB-; il titolo ha sofferto sul grey market per il rialzo tassi Usa vista la scadenza lunga ed è sceso mediamente di un paio di punti portando il rendimento al 5.35% circa.

Sul fronte corporate, la volatilità ha frenato le nuove emissioni che restano in attesa di una situazione più tranquilla, restano sul piatto Fincantieri S.p.A.,  azienda pubblica italiana operante nel settore della cantieristica navale ed attualmente uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo,  che è pronta a  emettere un’obbligazione senior da 300 milioni di euro con scadenza 5 anni ed Atlantia S.p.A., costituita nel 2002 e presente nel settore delle infrastrutture autostradali e aeroportuali, con 5.000 chilometri di autostrade a pedaggio in Italia, rating BBB/BBB+, che ha allo studio un’obbligazione senior multi tranche a tasso fisso con scadenza da 6 a 15 anni da collocare presso investitori istituzionali. Banca Carige attende migliori condizioni di mercato per collocare un bond subordinato; si tratta di un’emissione Tier2 a 10 anni di un importo di 300 milioni di euro (aumentabile fino a 500).

La finlandese Outokumpu, leader nel settore cartaceo ha emesso 250 milioni a 6 anni con call dal secondo con una cedola del 4.125% pagata semestralmente; il taglio minimo è da 100k +1k e l’isin è FI4000331004.

La francese Valeo ha emesso 600 milioni di euro a 7 anni con  rendimento ms+87, rivisto dall’iniziale +90 con cedola fissata all’1.5% (FR0013342334), taglio minimo 100k+100k.

La Schneider Electric ha emesso 750 milioni a 9 anni con rendimento ms+60. Il rating Baa1/A- ha permesso una cedola bassa del 1.375% con taglio minimo da 100k +100k (FR0013344215).

Da Manpower group un deal da 500 milioni ad 8 anni con rendimento ms+100, cedola dell’1,75% e taglio minimo da 100k+1k, rating Baa1/BBB ed isin XS1839680680.

Sulle altre divise dovrebbe uscire un titolo in sterline dell’Università di Cambridge, che potrebbe emettere un long bond a 60 anni legato al tasso variabile ed all’inflazione. In passato un titolo simile era stato collocato dai “rivali”  universitari di Oxford.

Sono sempre più numerose le società che si affacciano sul mercato obbligazionario reperendo risorse attraverso l’emissione di minibond. Mychoice, piccola società azienda campana produttrice di borse ed altri accessori moda in pelle secondo tecniche artigianali, è sbarcata sul mercato ExtraMOT Pro di Borsa italiana con un minibond short term (IT0005333841) per 500 mila  euro. Il bond è  negoziabile per tagli da 50.000 euro e stacca la cedola pari al 3% annuo,  il 29 novembre 2018. Emesso alla pari, il rimborso del bond è previsto in unica soluzione a scadenza a novembre 2018 ed è finalizzato a sostenere la crescita del fatturato della società e l’espansione del gruppo.

Cristiano Thiene ha emesso un’obbligazione a 1 anno (IT0005333148) per 600 mila euro. La piccola società vicentina di sartoria fornitrice ufficiale dell’Aeronautica Militare e delle Frecce Tricolori e produttrice anche di abbigliamento destinato al mercato dei consumatori ha collocato un piccolo prestito che staccherà una sola cedola al momento del rimborso il 6 giugno 2019 fissata a 3.70% ed è negoziabile per tagli da 50.000 euro.

Per i prossimi giorni è attesa la società dei social media Twitter, che ha in piano di offrire obbligazioni convertibili per un valore di 1 miliardo di dollari.

A cura di Carlo Aloisio, Senior Broker Unicredit