I fondi da non perdere di vista nel 2019

Gli analisti di Morningstar hanno aggiornato la lista dei cosiddetti Prospect, ossia i fondi gestiti attivamente che sono candidati ad entrare nell’universo coperto da Analyst rating. Si tratta delle “promesse” dell’industria, che meritano l’attenzione degli investitori per la loro qualità.

L’elenco viene aggiornato ogni sei mesi e per entrarvi uno strumento finanziario deve avere alcune o tutte le seguenti caratteristiche: unicità del processo, essere interessato da un cambio di gestione con potenzialità interessanti, essere un nuovo prodotto la cui responsabilità è affidata a un manager con una lunga esperienza o essere una strategia “sotto i radar”, ma poco conosciuta.

Chi entra e chi esce
Nel primo aggiornamento del 2019, i Prospect sono 47, di cui sette sono entrati ora e dieci sono usciti. Di questi ultimi, due hanno conquistato per la prima volta il rating (per entrambi Bronze). Uno di questi è H2O Allegro, un fondo global macro che è diventato molto popolare nell’ultimo anno. La maggior parte degli altri non è più nel radar perché la strategia non si è rivelata così unica e solida come poteva sembrare o per cambiamenti nella gestione.

Per i 47 Prospect, gli analisti di Morningstar si prenderanno il loro tempo per conoscere meglio il gestore e il processo di investimento prima di avviare la copertura e assegnare l’Analyst rating.

Un processo unico nel settore immobiliare
E’ una new entry, ad esempio, BMO European Real estate securities, fondo settoriale specializzato sull’immobiliare del Vecchio continente, che ha 5 stelle di rating Morningstar. La sua caratteristica particolare è il processo di investimento unico, affidato a un team ampio ed esperto, guidato da Marcus Phayre-Mudge, il quale ha 28 anni di esperienza nel settore e 14 in BMO. Lead manager è Alban Lhonneur, anch’egli con una ultradecennale conoscenza del settore. Entrambi fanno parte di un team stabile e che lavora insieme da lungo tempo. “Il processo di investimento combina l’approccio top-down e bottom-up”, spiega Ronald van Genderen, analista di Morningstar. “Ma la selezione dei singoli titoli è prevalente, per cui viene mantenuto un peso neutrale dei sotto-settori rispetto all’indice di riferimento.

Un gestore esperto e molto attivo
Gli analisti di Morningstar hanno messo sotto il loro radar il gestore del fondo Wellington Strategic European equity, Dirk Enderlein, che ne è responsabile dal lancio in dicembre 2011. “Il manager ha vent’anni di esperienza professionale nel settore”, dice Barbara Claus, analista di Morningstar. “Prima di entrare in Wellington ha stabilito un impressionante track record in Allianz Global Investors con la gamma azionaria Europa growth, tra il 2003 e il 2009”. L’approccio è rimasto lo stesso nel tempo e consiste nella costruzione di un portafoglio di 50-80 titoli, con un active share (misura di quanto si discosta dal benchmark) dell’80-90%. Inoltre, il gestore ha un orizzonte di lungo termine che determina un basso turnover di portafoglio (25-40% annuo).

Un fondo giovane, con un gestore storico
E’ entrato nei Prospect, Jupiter Eurozone equity, un fondo molto giovane (lanciato a fine agosto 2018), che è diventato disponibile per gli investitori italiani recentemente. Nonostante il suo track record sia davvero breve, può contare su un gestore di grande esperienza, Cédric de Fonclare, che ha speso la sua carriera in Jupiter dove è entrato nel 1999. Il manager è responsabile con successo di altre strategie sui mercati europei che hanno conquistato un Analyst rating pari a Silver da parte di Morningstar. Si tratta di Jupiter European opportunities e Jupiter European special situations. “Il suo stile di investimento è unico”, spiega Mathieu Caquineau, analista di Morningstar. “Privilegia le società di qualità con orientamento alla crescita con utili e flussi di cassa in miglioramento, applicando una rigida disciplina in tema di valutazioni. Può anche trarre vantaggio da situazioni di cambiamento o temporanee anomalie di prezzo”. L’unicità del suo stile è sicuramente un vantaggio, ma può rappresentare un rischio, dato che è un uomo-chiave per il successo della strategia.