La corsa dei metalli ha il fiato corto?

Meglio non fidarsi della ripresa dei metalli. Le tensioni commerciali fra Usa e Cina, dicono infatti gli analisti di Morningstar, rischiano di condizionare ancora la ripresa del segmento e lo scatto fatto vedere da inizio anno potrebbe lasciare senza fiato il comparto. Soprattutto quando la domanda cinese inizierà ad esaurirsi.

Da inizio gennaio (in euro), l’indice Morningstar Precious Metal ha segnato +7,54%, suggerendo un tentativo di riscatto dopo il -11% visto nel 2018.

Indice Morningstar Precious Metal

preziosi

Dati in euro aggiornati al 4 febbraio 2019 Fonte: Morningstar Direct

L’anno appena chiuso peraltro è stato pesante un po’ per tutti i materiali di base. L’indice Morningstar Global Material, ad esempio, nel 2018 è sceso del 18%. Il declino, peraltro, è avvenuto quasi tutto negli ultimi tre mesi dell’anno, quando sono montate le preoccupazioni legate alle tensioni commerciali fra i due colossi economici di Occidente e Oriente.

“Le poche opportunità nei segmenti dei metalli e delle industrie minerarie sono anche un effetto dei cambiamenti strutturali in atto in Cina che stanno portando verso un’economia meno legata alle commodity”, spiega Andrew Lane, analista di Morningstar. “Il risultato è che le nostre previsioni di lungo termine per la maggior parte dei metalli sono molto al di sotto del consensus” (vedi tabella sotto).

stime

Fonte: Morningstar 

Più ottimismo sull’oro
Concentrando l’attenzione su metalli preziosi, l’analista è un po’ più ottimista riguardo all’oro. Se non altro perché è una materia non direttamente legata agli investimenti infrastrutturali cinesi. Secondo l’outlook dell’analista, la richiesta di alcuni segmenti di mercato potrebbe portare a un prezzo di 1.270 dollari per oncia entro la fine del 2019 e di 1.300 dollari nel 2020 (già in questi giorni, peraltro, questo livello è stato più volte testato). “La domanda da parte dei gioiellieri in Cina e in India dovrebbe compensare il calo della richiesta da parte degli investitori”, dice Lane.

Tradizionalmente il metallo giallo viene considerato come un porto sicuro e il suo valore cresce nei periodi di incertezza geopolitica per calare quando la situazione si tranquillizza. C’è poi la questione dollaro. Il minerale, infatti, di solito scende quando il biglietto verde aumenta perché divneta troppo costoso per chi ha altre valute. E la divisa americana nelle ultime settimane ha fatto vedere dei rimbalzi, soprattutto da quando le possibilità di un altro giro di rialzo dei tassi in Usa sembrano tramontate.

Nella tabella sotto sono elencati i fondi della categoria Morningstar azionari settoriali metalli preziosi e la loro esposizione netta ai titoli legati al metallo giallo.

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