Occhio a grano, soia e mais

Fine marzo: solo in quel momento sapremo se quest’anno vi sarà un recupero stabile delle quotazioni agricole o se scivoleranno nuovamente nell’oblio per un’altra stagione.

Questo è il periodo più critico per i prezzi dei prodotti agricole: gli operatori valutano il livello delle scorte per formulare previsioni sulla redditività dei raccolti e definire le intenzioni di semina.

Nel contempo, dall’emisfero australe giungono i primi dati di fine raccolto e anche questi potranno influire sulle quotazioni.

Ne consegue che si innestano dei continui stop&go (arresti e partenze) sulle quotazioni di Chicago, con le varie colture che competono tra di loro per accaparrarsi ettari di coltivazione. Buying acreage così chiamano questo fenomeno le tenute agricole delle Grandi pianure del Nord America.

Anche quest’anno la volatilità non è mancata e in soli due mesi il grano ha messo a punto un progresso di oltre il 13 per cento, la soia è a un soffio dal 10 per cento, mentre il mais si difende con un onorevole aumento del 7 per cento.

Per ciascuno di questi, vediamo di seguito un breve commento di natura fondamentale e la situazione grafica.

Grano

Paradossalmente il frumento è proprio quella materia prima che si poteva definire meno promettente dato che la produzione mondiale resta in surplus con scorte rispetto al consumo al 35,7%.

La semina del grano invernale negli Stati Uniti si è ridotta solo di uno striminzito 0,3 percento rispetto alla stagione scorsa, tuttavia gli operatori fisici mantengono moderate posizioni nette rialziste sulla piazza di Chicago (cit. COTexpert.com).

A livello grafico i prezzi hanno imposto una forte accelerazione nella scorsa ottava, malgrado la seduta di venerdì abbia riassorbito quasi interamente il progresso della giornata precedente.
Diventa ora cruciale osservare la tenuta del primo supporto a 495-490 e in subordine il secondo a 480; resta tuttavia un terzo argine di sostegno delle quotazioni a 470 dove passa la trendline rialzista di medio termine. Al di sotto di questi livelli si tornerebbe in quell’area di disinteresse compresa tra 430 e 450 centesimi di dollaro per bushel. Verso l’alto invece permangono ampi spazi di ripresa.

 

Soia

Questa materia prima non finisce mai di stupire, con una domanda che è spinta principalmente da due fattori: la Cina, che ne produce solo il 13 percento di quanto ne consuma, e la zootecnia, sempre più affamata di alimenti proteici per allevamenti in espansione.
Le stime di produzione mondiale indicano un lievissimo surplus con scorte al 28,6 percento rispetto al consumo. Gli operatori fisici stanno costruendo posizioni nette ribassiste via via più imponenti (cit. COTexpert.com).

Dal punto di vista grafico il superamento della resistenza di lungo termine a 1.030 ha trasformato questo livello in supporto, mentre la trendline rialzista si trova piuttosto lontana per limitare una forte caduta delle quotazioni.
Il movimento di crescita è stato troppo esteso e per troppo tempo, la seduta di venerdì evidenzia segni di esaurimento e lo scivolamento dei prezzi al di sotto di 1.065 potrebbe aprire la porta a copiose vendite con il risultato di andare ad appoggiarsi proprio su 1.030 centesimi di dollaro per bushel. Da lì in poi si potrà tornare a riconsiderare le cose.

 

Mais

Dal punto di vista della domanda e offerta mondiale, il mais sembrava essere quello più promettente, eppure è quello che presenta il minor progresso da inizio anno.
La produzione di quest’anno si prospetta in deficit con un rapporto fra scorte e consumo al 19 percento, un valore ben inferiore a quello di soia e grano. L’incognita giunge dall’Argentina, dove solo il 5 percento del raccolto si presenta in buone condizioni, mentre il 76 percento è valutato come scarso o molto scarso. Per contro, gli operatori fisici stanno costruendo posizioni nette ribassiste sempre più ampie (cit. COTexpert.com).

Le quotazioni evidenziano il completamento di una lunga fase di accumulazione con minimi arrotondati, mentre il progresso da inizio anno si presenta molto più graduale rispetto a soia e grano.

Il superamento della resistenza di lungo termine appena sopra 380 fa ben sperare sulla tenuta di questi livelli, anche se la seduta di venerdì ha mostrato segni evidenti di indecisione. Nel caso il rialzo dovesse proseguire, la nuova zona di difficoltà si troverebbe intorno ai 400 centesimi di dollaro per bushel.

Conclusioni

È probabile che la volatilità continuerà per diverso tempo; questa settimana, l’8 marzo, uscirà il Report Usda su domanda e offerta mondiale (Wasde), mentre il 29 marzo verrà pubblicato il Prospective Plantings, il Report sulle intenzioni di semina degli agricoltori. A quel tempo avremo le idee più chiare se il rialzo potrà continuare o se grano, mais e soia scivoleranno nuovamente nell’oblio per un’altra stagione.