Usa-Cina, è di nuovo braccio di ferro

Torna ad inasprirsi il confronto sui dazi tra USA e Cina dopo la tregua che sembrava essere stata raggiunta con la dichiarazione di intenti su un nuovo quadro commerciale.

A sorpresa il Presidente Trump ha annunciato una nuova lista di beni provenienti dalla Cina, per un valore stimato di circa 50 miliardi, che potrebbero essere colpiti da dazi al 25%. La reazione cinese in questa ipotesi non si farebbe attendere come abbiamo visto nella prima la prima tornata di aumenti, 50 miliardi di dollari, a cui la Cina ha risposto con un elenco di beni statunitensi da tassare dello stesso valore, tra cui soia, aerei e automobili.

Lo scenario, caratterizzato da possibili modifiche negli equilibri commerciali globali, mira a coinvolgere anche i Paesi dell’Eurozona, sollevando non poche eccezioni sulle conseguenze economiche, come evidenziato dal recente ammonimento dell’Ocse secondi cui “…la prospettiva di una guerra commerciale sta minacciando le prospettive di crescita globale”.

Tasso di crescita GDP Cina

Fonte: Tradingeconomics

Il tasso di sviluppo dell’economia cinese continua ad esprimere un andamento espansivo con il PIL che, nella rilevazione trimestrale, registra una crescita dell’1,4% rispetto al precedente periodo di confronto, con un incremento meno che proporzionale rispetto al 2017 ma comunque in linea con le indicazioni fornite dal governo cinese che stima una crescita annualizzata del 6,5% (in questo momento il consensus degli economisti è di un incremento del 6,8% nel 2018).

Bilancia Commerciale

Fonte: Tradingeconomics

L’analisi della Bilancia Commerciale, che rappresenta in questo momento l’oggetto del confronto sopra citato, mostra una riduzione a 28,78 miliardi di USD nell’aprile 2018 in calo del 23% rispetto al mese di comparazione del 2017. Un dato che esprime una forte crescita delle importazioni, a conferma di una domanda interna solida, e un incremento superiore al 12% delle esportazioni.

USD/CNY

Fonte: FIDA

In termini valutari il cross Dollaro/Yuan ha interrotto la fase discendente avviata nel giugno del 2017, con un pull-back che al momento ha assunto le caratteristiche di un movimento mean reverting che non inficia la tendenza ribassista di medio termine. Operativamente bisognerà attendere un eventuale consolidamento sopra 6,50 yuan prima di avviare strategie long di medio periodo mentre sarebbe il cedimento del pivot low a 6,243 a confermare la ripresa del movimento discendente.

Shanghai Composite

Fonte: FIDA

Il clima di tensione e il rafforzamento valutario stanno contribuendo ad indebolire anche il mercato Equity con le quotazioni dello Shanghai Composite giunte al test del lato inferiore del canale crescente che delinea il movimento rialzista avviato nel 2016. Operativamente il cedimento dei 3.000 punti, associato al quadro tecnico che mostra quotazioni al di sotto della media mobile di medio termine e indicatori algoritmici in negativo, potrebbe favorire l’avvio di una gamba ribassista con target di medio periodo l’area dei 2.500 punti. Tale scenario sarebbe negato dal superamento dei 3.220 punti, massimo degli ultimi due mesi, che ripresenterebbe uno scenario di tendenza neutrale per l’indice.

Su Borsa Italiana esistono diverse possibilità di investimento con ETF per il mercato cinese:

Etfs 3x Daily Long Ftse China 50    –     ISIN: JE00B8NCRX09

Ishares China Large Cap Ucits Etf Dist    –    ISIN: IE00B02KXK85

Lyxor China Enterprise (Hscei) Ucits Etf    –   ISIN: FR0010204081

Icbccs Wisdomtree S&P China500 Ucits Etf    –     ISIN: LU1440654330

Db X-Trackers Ftse China 50 Ucits Etf Dr    –    ISIN: LU0292109856

A cura di Gerardo Murano, Consulente finanziario indipendente.